I Tratturi
Il Tratturo Pescasseroli-Candela
Il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela è il terzo Tratturo Italiano per lunghezza (211 Km) e con una larghezza media di 60 metri; il suo tracciato parte da Pescasseroli nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e raggiunge il Tavoliere delle Puglie terminando a Candela. Il percorso, che si sviluppa tra vallate ed altopiani, attraversa 4 Regioni (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia), 6 Province (L’Aquila, Isernia, Campobasso, Benevento, Avellino, Foggia) e 39 Comuni di cui 13 Molisani, Rionero Sannitico, Forlì del Sannio, Isernia, Pettoranello del Molise, Castelpetroso, Santa Maria del Molise, Cantalupo del Sannio, San Massimo, Bojano, San Polo Matese, Campochiaro, Guardiaregia e Sepino.
Nel suo tratto molisano il Tratturo segue la strada Statale 17 dell’Appennino Abruzzese ed Appulo Sannitico.
Il Tratturo Pescasseroli-Candela era ancora in uso come direttrice della Transumanza nei primi anni ’50 del XX secolo, quando si partiva d’inverno e si rientrava d’estate, seguendo la migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori, che si spostavano percorrendo le vie naturali dei Tratturi; alcuni Storici come il Wiseman hanno ipotizzato che esso ricalcasse il percorso della Via Minucia, una strada consolare romana, ed anche Storici come Cicerone e Strabone parlano nei loro scritti della famosa Via Minucia, via di eserciti, greggi e della cavalleria, che prende il nome da un’antica famiglia romana vissuta nel 305 a.C.. L’iscrizione pastorale posta all’inizio del Tratturo è: “Molti uomini hanno fatto il cammino che noi facciamo: la nostra orma si perde, ma la strada rimane”.
Il tronco molisano del Pescasseroli-Candela, complessivamente in discrete condizioni, copre 70 Km, da Rionero Sannitico (altitudine 1051 metri) a Sepino (698 metri), passando per Isernia. Colonia e poi municipio romano con il nome di “Aesernia” (trasposizione latina del toponimo osco “Aisernio”), la Città sorge sul crinale che separa le valli del Carpino e del Sordo, nei pressi di un villaggio paleolitico che risalirebbe a 730 000 anni fa; la Cattedrale fu costruita, originariamente in stile greco-bizantino, su un tempio pagano italico del III secolo a.C.
Facilmente percorribili, gli ultimi 15 km dell’itinerario consentono di visitare due siti importanti. Bojano, dove si trovano le sorgenti del Biferno, è l’antica “Bovianum” (“Bovaianom” in osco), secondo Tito Livio la capitale dei Sanniti Pentri. Attraverso la “Porta Bovianum” il Tratturo immette in “Saepinum”, nome latinizzato del sannita “Saipins”, insediamento sorto — con foro, basilica, teatro, terme, macello e tintoria — dove sgorgano le acque del Tammaro, era una tappa fondamentale della Transumanza, posta all’incrocio fra il Tratturo Pescasseroli-Candela ed il Braccio Matese-Cortile, che fungevano rispettivamente da decumano e da cardo. A pochi chilometri dal Tratturo si può visitare l’Oasi di Guardiaregia-Campochiaro, gestita dal WWF, invece a San Polo Matese è da visitare il Museo di Paleontologia, legato al mondo dei fossili rinvenuti in quell’area.
La Transumanza risale agli antichi Sanniti, per motivi legati alla principale attività vitale che tra i monti del Molise e dell’Abruzzo era la pastorizia, quindi la frequentazione del Tavoliere era una prassi vitale, e vedeva queste popolazioni nei mesi estivi sui monti Molisani ed in quelli invernali nei dintorni del Gargano; la Transumanza coincideva spesso con i Pellegrinaggi Cristiani, come quello per il Santuario di San Michele Arcangelo di Monte Sant’Angelo (FG), nel Gargano, in Puglia, verso la Basilica di Bari per venerare San Nicola ed anche verso i porti pugliesi quando gli eserciti delle Crociate erano diretti in Terra Santa.
La neve impediva il nutrimento degli animali ed allora ci si spostava verso la Puglia e poiché i terreni appartenevano ai privati, si pagava un affitto sotto forma di prodotti caseari, in questo modo avveniva anche uno scambio culturale che si rinnova ancora oggi.
Si faceva in modo che le usanze, le credenze ed i prodotti commerciali si scambiassero tra i vari gruppi, infatti i Tratturi erano le autostrade esistenziali delle comunità di pastori transumanti, comunità che si incontravano nell’attività pastorizia e rimanevano legate tra di loro anche per motivi commerciali.
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