La Transumanza
Le Testimonianze
La giornalista Molisana Rita Carla Codispoti intervista il Sig. Stefano Romualdi
La Transumanza a Larino (CB)
Abbiamo incontrato il Signor Stefano Romualdi di Larino, Comune nella provincia di Campobasso, situato tra le colline del Basso Molise, ad un’altitudine di circa 400 m s.l.m.; la famiglia Romualdi ha fatto la storia della Transumanza del secolo scorso.
Cosa rappresenta per la vostra famiglia la Transumanza?
La Transumanza è un benessere per gli animali, dal caldo li portavi alle alture, dove mangiavano erba fresca ed il prodotto che veniva fuori era più saporito, era un benessere più per gli animali. Tu partivi dalle Puglie e tornavi su in Abruzzo, nelle alture, in Alto Molise.
Ci può raccontare un aneddoto familiare, un ricordo della sua famiglia legato alla Transumanza?
Io mi ricordo dei racconti di mio nonno, dei miei zii, gli incontri che facevano con gli orsi nella zona di Pescasseroli, in Abruzzo, gli incontri con i lupi, che oggi incontriamo anche qui.
Mio nonno raccontava quando venivano aggrediti dai lupi, dagli orsi, quando si doveva difendere il gregge. Partivano con la Transumanza che pioveva e continuava a piovere per giorni e giorni, sempre bagnati. Penso alla Transumanza ed ai sacrifici di mio nonno, mio padre, i miei cugini di quando partivano, che hanno fatto la Transumanza prima di me e raccontavano di quello che poteva accadere in natura, se stai in mezzo alla natura o piove, o nevica, si lavora sempre con gli animali.
Quanto era sentita la Transumanza nel Basso Molise?
Per chi ha gli animali la Transumanza è molto sentita, ripeto anche per il benessere dell’animale, io pastore preferisco che gli animali devono stare tranquilli, anche nel dargli da mangiare. Oggi qui nel Basso Molise la Transumanza non c’è più, infatti anche noi sono una decina di anni che non la effettuiamo più, sicuramente prima la Transumanza rappresentava una buona pratica sempre per il benessere degli animali.
A fine maggio, qui che è tutto secco, si partiva per le alture, perché l’erba era più fresca ed il prodotto era migliore, noi da qui partivamo per la Maiella e trovavamo i prati freschi.
La Transumanza seguiva percorsi rigorosi, ci può spiegare come si svolge e qual è il percorso che seguivate?
Il periodo che l’ho fatta io ci spostavamo con i mezzi, però i miei genitori ed i miei nonni che la facevano a piedi, stabilivano quanti chilometri fare al giorno, c’era la persona che andava avanti per fare gli stazzi per gli animali, per preparare dove mungere, poi si preparava il formaggio, la ricotta, si dava a qualcuno che ti dava una mano, poi si vendeva e continuavi fino a quando arrivavi, ci potevi mettere 15-20 giorni. Di solito si partiva sempre durante la metà di maggio per la Transumanza, poi con i mezzi partivi anche un po’ più tardi perché arrivavi direttamente con il mezzo; l’hanno fatta con i treni, l’hanno fatta a piedi ed io l’ho fatta con i mezzi, non ho camminato.
Quanti giorni durava la Transumanza, era faticosa?
Era molto faticosa, perché non sapevi se pioveva, stavi all’aperto, dormivi all’aperto, cosa può essere di più faticoso?
Era faticoso perché ti dovevi spostare, avevi degli spostamenti precisi e ti dovevi trovare in orario, perché non c’eravamo solo io, mio padre o mio zio, ma c’erano anche altri pastori che passavano su quel Tratturo ed allora ti dovevi dar da fare e quando arrivavi dove dovevi arrivare ti rilassavi un po’.
Larino è una cittadina che si trovava proprio in un punto strategico per tutti coloro che, attraverso i Tratturi, effettuavano la Transumanza verso la vicina Puglia. Ci può spiegare questo dato storico?
Larino come Comune sì, anche se quasi ogni paese ha la sua parte di Tratturo, se prendi quello che passa per Campobasso, mi raccontava mio padre che quando passavano da Campobasso, passavano a mezzanotte con le pecore dentro al centro di Campobasso, per poi andare a dormire sotto Castropignano. A Larino oggi ci sono pochi pastori. Larino prima era un Comune ben organizzato, aveva la Zecca, aveva la moneta per conto suo, aveva la Diocesi, era un paese molto ricco.
Sono tante le bellezze naturali ed artistiche che si possono ammirare lungo questi antichi percorsi.
Sicuramente ci sono dei Santuari, delle Chiese, come la Madonna del Canneto a Roccavivara (CB), a Palata (CB) la Madonna di Santa Giusta, anche in Abruzzo c’erano tanti Santuari lungo i Tratturi.
Lungo i Tratturi che attraversavamo si poteva ammirare soprattutto il bellissimo paesaggio, cammini nella natura, vivi di quello che trovi.
La Transumanza è anche un’occasione per scoprire i territori ed il contatto con le comunità locali che si incontrano nel cammino, con le loro tradizioni ed il loro ottimo cibo.
I rapporti sono stati sempre buoni, perché io parto da qua e dove vado a pascolare le pecore cerco sempre di stabilire un buon rapporto tra me e chi mi sta intorno, come quando fai la ricotta o il formaggio e glieli fai assaggiare.
Si stabilisce così tranquillamente un buon rapporto con le altre comunità, un rapporto fatto di condivisione, di valori, di rispetto e di amicizia.
La centenaria Fiera di Ottobre che si svolge a Larino, che nasce nel 1742 per volere di Re Carlo III delle Due Sicilie, nasce proprio a ridosso di un Tratturo in concomitanza della Transumanza. Ancora oggi si svolge durante la seconda settimana di ottobre e vede riunirsi centinaia di commercianti di tutto il Centro Italia. È una prova tangibile dell’importanza ancora oggi della Transumanza in Molise?
Nella Fiera di Ottobre che oggi c’è a Larino non si vendono più animali, non ci sono più questi commercianti di animali come quelli di una volta.
La Fiera è commerciale, con qualche prodotto tipico, di animali non se ne vedono più, è stata cambiata la forma della Fiera di Ottobre, dove si vendevano cavalli, pecore, maiali, vitelli, mucche, è stata proprio stravolta. Ma sicuramente è una prova che la Transumanza era importante in Molise, anche se adesso non ci sono più tanti animali, non ci sono in giro più tanti pastori.
Sono molti i prodotti Molisani d’eccellenza, che si aggiungono ai già numerosi prodotti tipici che vanta il Molise, quali sono i vostri prodotti?
I miei prodotti sono il formaggio e la ricotta di pecora, anche se le mie origini sono Abruzzesi, più che Molisane, produco formaggio a latte crudo e ricotta. Abbiamo aperto un caseificio con mio fratello dove abbiamo anche un punto vendita, trasportiamo il latte su al caseificio e facciamo il prodotto.
La Regione Molise recentemente si sta interessando nel valorizzare la Transumanza per non perdere la memoria e le radici del nostro Molise. È sicuramente un dato positivo. Lei cosa ne pensa al riguardo?
È molto positivo se si ricomincia con la Transumanza e che la Regione si interessi dei Tratturi. Spero che dia un valore, anche economico al Molise, che riguardi la Transumanza, l’ambiente. Bene che lo faccia, è positivo.
Cosa direbbe ai giovani perché si avvicinino alla realtà agro-pastorale ed alla civiltà della Transumanza, così definita dagli esperti per il suo legame con le economie e con le condizioni ambientali dei territori in cui è praticata?
Ai giovani direi: imparate questo mestiere perché è bellissimo, stare in mezzo alla natura.
Mi farebbe piacere far venire delle scuole per far vedere come si fa il formaggio, come si fa la ricotta e per far capire e spiegare perché si faceva la Transumanza.
Far adattare i giovani alla natura e farli vivere diversamente, un po’ lontani dai cellulari, sarebbe molto educativo.
Perché un turista dovrebbe visitare il Molise per rivivere una tradizione millenaria come la Transumanza?
Il turista che viene in Molise ha mille occasioni da vivere, ha un paesaggio bellissimo, trova di tutto, trova il mangiare che è molto buono, ha dei posti incantevoli da visitare, anche per ripercorrere i Tratturi, se un turista si vuole fare una passeggiata ecologica.
Al turista direi: venite in Molise, venite a godere delle nostre bellezze!
L’augurio che rivolgo agli agricoltori, agli allevatori, a tutti è: cerchiamo di dare nuova vita alla Terra del Molise. Spero un giorno di poter rifare la Transumanza.
Spero anche che la Regione Molise possa essere fiera di essere riuscita a portare avanti gli obiettivi che si è prefissata, come la valorizzazione dei Tratturi, di poter dire: ci siamo riusciti! E che la Regione Molise possa sentirsi fiera delle persone che continuano ad avere gli animali e di non abbandonarli, anche per non fare scomparire i nostri prodotti tipici.
di Rita Carla Codispoti
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