La Transumanza
Le Testimonianze
La giornalista Molisana Rita Carla Codispoti intervista la Sig.ra Carmelina Colantuono
La Transumanza a Frosolone (IS)
Abbiamo raggiunto telefonicamente la Signora Carmelina Colantuono di Frosolone, Comune nella provincia di Isernia, in Molise, posto ad un’altitudine di 894 m s.l.m., per la famiglia Colantuono la Transumanza è un appuntamento annuale da cinque generazioni.
Cosa rappresenta per la vostra famiglia la Transumanza?
Per la nostra famiglia rappresenta la nostra storia, è qualcosa che abbiamo nel Dna, che abbiamo sempre fatto da quasi duecento anni, per cui è un modo di vivere proprio che abbiamo, per noi è qualcosa di veramente importante, per noi è una grande passione, perché altrimenti la Transumanza non si potrebbe fare, costa veramente tanti sacrifici, il sacrificio di spostarsi da una parte e dall’altra, di stare lontani dalla famiglia, è piena di sacrifici, non è una vita semplice, però sicuramente per noi è veramente importante.
Lei ha raccontato che suo padre le diceva che “le mucche sono come le rondini, quando è tempo di partire tu le devi seguire” e che si è resa conto che suo padre Nicola “nutriva una grande passione per i suoi animali, per farli vivere secondo natura, seguendo le stagioni, seguendo le lune, seguendo le stelle”. Ci può raccontare un aneddoto familiare, un ricordo della sua famiglia legato alla Transumanza?
C’è un aneddoto che fa capire proprio che cos’è la Transumanza. Come diceva mio padre: “tu segui gli animali”; perché gli animali sentono, nel momento in cui c’è il grande freddo in montagna ed il grande caldo in Puglia si devono spostare e raggiungere un pascolo migliore. A noi è successo una volta che dovevano partire dalla montagna perché cominciava a fare freddo e non riuscivamo più a trovare una mucca che doveva partorire tra l’altro, quindi hanno girato tutta la montagna alla ricerca di questa mucca, ma non l’hanno trovata; quando sono andati in Puglia con grande meraviglia hanno trovato questa mucca che stava già lì ed aveva partorito il suo vitello. Quindi la mucca è in grado di capire che non era opportuno partorire in montagna, ma forse era meglio andarsene in Puglia a partorire, quindi far nascere il suo piccolo in condizioni migliori, dove c’era più pascolo e più caldo.
E quindi questo già ti fa capire che cos’è la Transumanza.
La Transumanza seguiva percorsi rigorosi, ci può spiegare come si svolge e qual è il percorso che seguite?
Noi seguiamo il percorso storico, il percorso della Transumanza erano i Tratturi che sono fatti come sono le moderne strade di oggi, quindi ci sono quelli grandi che rappresentano le statali, poi ci sono le provinciali e le comunali diciamo, e così erano fatti i Tratturi.
In pratica i grandi Tratturi correvano parallelamente ed in mezzo c’erano una serie di bracci e tratturelli di collegamento per raggiungere tutto il territorio.
Tu sceglievi effettivamente dove dovevi andare, qual era la strada più comoda e meno lunga.
E come le attuali autostrade, c’erano anche i vecchi autogrill, quindi c’erano delle aree di sosta molto ampie, dove gli animali si potevano fermare, dove si trovava una taverna dove si appoggiavano i pastori, c’era l’acqua che era fondamentale per far bere gli animali, c’era la Chiesetta, a volte c’era pure la Dogana perché si doveva pagare il pedaggio.
Quindi noi ripercorriamo esattamente il percorso che faceva mio nonno, il mio bisnonno, è sempre lo stesso, ed è stato interrotto in più parti dalla strada, da varie opere costruite in seguito proprio perché la Transumanza sta finendo.
Quanti giorni durava la Transumanza, era faticosa?
La Transumanza durava in base a dove dovevi andare, la nostra durava cinque giorni, devi considerare che noi avevamo le mucche, che camminano più velocemente, ed hanno lo stesso passo del cavallo, rallentavano un po’ i vitelli più piccoli ma se no le mucche sono veloci. Per lo stesso percorso fatto dalle pecore ci vogliono giorni in più, perché sono più lente. C’era infatti anche gente che scendeva dall’Abruzzo e che impiegava
15, 20 o 30 giorni, dipende quando era lungo il tragitto e quali animali portasse.
La Transumanza è un cammino che offre anche la possibilità di conoscere il patrimonio storico-architettonico dei centri del Molise.
Sicuramente, la Transumanza è importantissima perché su queste vie della Transumanza sono sorti i nostri borghi, erano le vie della Transumanza, ma anche vie del commercio, le vie dove passavano gli eserciti, ci sono passati i Re, infatti sul Celano-Foggia è stato visto più volte Federico II; quindi erano le strade dell’epoca, quindi i nostri borghi sono sorti tutti a ridosso di queste strade e ritroviamo su questi Tratturi Castelli, antiche Dogane, Chiese.
Se pensiamo ad esempio ad Altilia, il Decumano è rappresentato dal Pescasseroli-Candela, ci indica effettivamente che cosa c’è sul Tratturo.
Possiamo menzionare per esempio il Castello di Pescolanciano, la Chiesa di Matrice di Santa Maria della Strada: sono tutte opere di grande importanza che stanno sui Tratturi.
La Transumanza è anche un’occasione per scoprire i territori ed il contatto con le comunità locali che si incontrano nel cammino, con le loro tradizioni ed il loro ottimo cibo.
Il rapporto con le comunità locali è un rapporto ancestrale, antico e di grande amicizia, di grande accoglienza proprio, anche quando c’era mio nonno, in qualsiasi paese dove si passava c’erano delle amicizie che si erano formate nel tempo, e che ci sono ancora, con le quali ti vedevi solo nel passaggio della Transumanza, ma loro ti accoglievano, ti preparavano un pasto caldo, tu magari gli regalavi del formaggio, del latte, ti portavano la legna, il vino, c’era uno scambio di prodotti, c’era uno scambio di opinioni, di amicizie; ci sono questi bellissimi ricordi di queste persone che venivano a portarti aiuto, magari ti facevano dormire in una loro stanza se faceva molto freddo, quindi c’è sempre stata questo scambio, negli ultimi anni è migliorato di più perché si sono formate delle comunità che hanno voluto accogliere facendo anche delle feste ed offrendo i loro prodotti tipici a noi che facciamo la Transumanza, è veramente qualcosa di incredibile perché noi partiamo dalla Puglia al Molise incontrando tutte le eccellenze enogastronomiche che troviamo lungo il territorio.
E veramente devo ringraziare tutte le comunità perché si prodigano in un modo incredibile per accoglierci e soprattutto ci incitano sempre a rifarla, a riproporla, perché potrebbe dare molta visibilità ai nostri borghi e quindi farli conoscere.
La Transumanza è rispettosa del benessere degli animali e dei ritmi delle stagioni, ed è un esempio straordinario di approccio sostenibile, come ha sostenuto l’Unesco.
Si, sicuramente perché a volte noi ci limitiamo al semplice spostamento degli animali, la Transumanza non è questo, è biodiversità, è ambiente, perché è salvaguardia dell’ambiente, perché noi siamo attenti a dove stanno gli animali, a tenere l’ambiente pulito, perché loro brucano tutte le erbe, quindi deve essere pulito l’ambiente; la Transumanza è enogastronomia, come dicevamo, è artigianato; con la Transumanza l’artigianato è fiorito, come quello delle campane, dei coltelli, come a Frosolone della lana, c’erano molti lanifici, ma anche degli orafi, perché prima c’era un’arte orafa collegata con la Transumanza perché prima i transumanti erano quelli che avevano più soldi, quindi i grandi proprietari di animali erano quelli che investivano di più sull’oro, se pensiamo ad Agnone che era uno dei centri più importanti per l’artigianato orafo. La Transumanza è storia, cultura, tradizioni, come i riti del fuoco, che vanno dall’Abruzzo fino alla Puglia, li ritroviamo simili, la Festa di Sant’Antonio Abate che era il Protettore degli animali la ritroviamo in Abruzzo, Molise, Puglia, i culti come la Madonna Incoronata, di San Michele Arcangelo, dovunque vai sul Tratturo ritrovi le stesse cose, come addirittura le piante, da Nord a Sud tu trovi una biodiversità che è simile, creata nei millenni dagli animali che transitavano, perché gli animali brucando e defecando riportavano i semi che avevano preso da un’altra parte, quindi troviamo una biodiversità che è veramente unica.
La Transumanza racchiude tutto, potrebbe rappresentare una promozione del territorio a tutto tondo, completo.
La Transumanza prevedeva scambi commerciali con le genti del posto, le comunità si incontravano ed avveniva anche uno scambio spirituale e culturale, si ritornava nella propria terra migliorati e cresciuti. Anche per voi è stato così?
Sì, sicuramente era così perché prima delle Transumanze, sia andando giù che tornando su c’erano sempre queste grandi Fiere dove venivano venduti gli animali, ma anche scambiati altri prodotti; c’era proprio uno scambio culturale che creava la Transumanza, per questo è stata un grande veicolo di scambio tra Nord e Sud a tutti i livelli.
Dalla Transumanza nascono prodotti Molisani d’eccellenza, che si aggiungono ai già numerosi prodotti tipici che vanta il Molise, quali sono i vostri prodotti?
In primis il Caciocavallo podolico, che facciamo noi, perché noi abbiamo conservato una razza antica, che è quella podolica, razza che si adatta molto a questi spostamenti, è una mucca, come ho raccontato nell’aneddoto, che capisce quando è tempo di spostarsi, ed è capace di andare anche da sola da una parte all’altra perché conosce bene il tragitto.
Noi produciamo Caciocavallo podolico, scamorze, manteche, le eccellenze che dobbiamo mettere in risalto sono il caciocavallo e la manteca. Il caciocavallo è diverso rispetto agli altri che trovi perché è fatto con animali al pascolo tutto l’anno, fatto da una razza che si va a cercare le erbe che vuole, magari si fa pure i chilometri per cercare una particolare erba, ma se la va a trovare, quindi ridà al formaggio tutti i sentori e tutti i nutrimenti organolettici che trova nelle erbe. Se mangia un’erba antibatterica, antiossidante, antibiotica, lei ritrasferisce tutto ai prodotti perché lo ritroviamo nel latte e quindi quello che mangiamo è di assoluto valore, perché è naturale, inoltre gli animali che sono allo stato brado producono meno colesterolo cattivo ed è stato fatto tutto uno studio di questi prodotti, perché dal punto di vista nutrizionale sono di gran lunga superiori a quelli di animali alimentati in stalla, perché hanno dei componenti che sono nettamente superiori, hanno detto addirittura venti volte superiori di quelli prodotti in stalla, per tutte le vitamine, per i componenti che hanno.
La Regione Molise recentemente si sta interessando nel valorizzare la Transumanza per non perdere la memoria e le radici del nostro Molise. È sicuramente un dato positivo. Lei cosa ne pensa al riguardo?
Io dico che si potrebbe fare molto di più, perché la Transumanza potrebbe rappresentare veramente il nostro bigliettino da visita, ma è solo un pretesto per far conoscere il nostro territorio, i nostri borghi, dove si vive magnificamente e la qualità della vita è veramente eccellente, dove potrebbe rinascere artigianato e tutto.
Perché se riusciamo a creare un turismo di qualità che va alla ricerca di queste cose, sicuramente si potrebbe dare un nuovo impulso alle nostre zone interne, perché noi non abbiamo né industria, né tanta agricoltura, specialmente nell’Alto Molise, perché è montagna, quindi l’unica cosa che ci potrebbe unire è la Transumanza.
Noi quando facciamo la Transumanza passiamo nei territori che sono di una bellezza incredibile, però sono poco pubblicizzati. Io credo che il Molise ha tanto da far vedere, anche se sono piccole cose, per chi viene da fuori le apprezza in un modo incredibile.
Io ho visto gente che è venuta con noi, anche dall’America, giornalisti del “New York Times”, il giornale tedesco più importante, della Francia, della Spagna e quando vengono rimangono veramente incantati dal nostro territorio e da quello che abbiamo, la ruralità che abbiamo noi effettivamente in altri territori ormai si è persa completamente.
Cosa direbbe ai giovani perché si avvicinino alla realtà agro-pastorale ed alla civiltà della Transumanza, così definita dagli esperti per il suo legame con le economie e con le condizioni ambientali dei territori in cui è praticata?
Questo è un tema molto difficile perché purtroppo le politiche nazionali non vanno nella direzione di sostenere queste attività, il problema è sempre lo stesso, la grande distribuzione, i grandi allevamenti intensivi penalizzano i nostri che sono allevamenti estensivi.
Anche i giovani che iniziano questa attività lo fanno per passione, conosco molti giovani che hanno iniziato, la politica dovrebbe badare di più, essere più attenta a queste realtà, ad aiutarli ad andare avanti.
Perché un turista dovrebbe visitare il Molise per rivivere una tradizione millenaria come la Transumanza?
I turisti da noi sono venuti senza che li avessimo chiamati, sono venuti dal Canada, dalla Germania, dall’Australia, sono venuti per rivivere queste emozioni che gli erano state trasmesse magari da un nonno, da un padre che in passato era venuto a contatto con la Transumanza in Italia e gli aveva raccontato di queste cose. Ed è stato veramente bellissimo, queste persone quando sono venute hanno vissuto con noi, sono passate dagli stessi posti che avevano percorso i loro padri, si sono emozionati, e sono tornati anche altri anni perché rivedere i posti che avevano sentito nel racconto, ma poi vederli oggi che i nostri paesi ed i nostri borghi offrono un’ospitalità incredibile, vedono dei prodotti di un’eccellenza assoluta, i prodotti dell’artigianato, archeologia, per loro gli si apre un mondo quando vedono tutto questo; perché non si aspettavano che nel loro piccolo Molise, come l’avevano lasciato i padri tanti anni fa, ci fosse tanto.
di Rita Carla Codispoti
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La giornalista Molisana Rita Carla Codispoti ha intervistato il signor Stefano Romualdi di Larino, Comune nella provincia di Campobasso, situato tra le colline del Basso Molise.