I Tratturi del Molise

I Tratturi e le Vie del Culto

Le Chiese lungo il Tratturo Castel di Sangro-Lucera

Carovilli (IS)

Chiesa di San Domenico

La Chiesa di San Domenico è una Chiesetta rurale dedicata a San Domenico di Cocullo, risalente probabilmente al 1600. La struttura è affiancata da spazi all’aperto destinati nel passato ad ospitare pastori e greggi per il loro pernottamento durante la Transumanza.
La Chiesa, infatti, è collocata sul tratturello, via di comunicazione tra i due Tratturi Celano-Foggia e Castel di Sangro-Lucera. Gli elementi architettonici che arricchiscono l’edificio provengono dal Convento Benedettino di San Pietro il Tasso di Carovilli databile al IX-X sec., come la croce viaria antistante la Chiesa.

Campodipietra (CB)

Chiesa di San Bonaventura

La Chiesa di San Bonaventura, situata in Piazza Rimembranza, in stile romanico, che anticamente era completamente fuori dall’abitato. Gravemente danneggiata dal terremoto del 1688, fu riedificata nel 1700 e venne riconsacrata dal Cardinale Vincenzo Orsini nel 1705. Successivamente, nel 1880, grazie alle offerte del popolo, fu oggetto di un importante restauro e venne staccata da altre fabbriche adiacenti e riaperta al culto.
Il territorio su cui insiste Campodipietra è attraversato dal Tratturo Castel di Sangro-Lucera.

Chiesa di San Martino Vescovo

La Chiesa di San Martino Vescovo, in stile barocco, situata sul Tratturo Castel di Sangro-Lucera, fu eretta nel 1770 nei pressi di una delle tre porte della cinta muraria che racchiudeva, nel periodo medioevale, l’intero abitato. Sulla sinistra della Chiesa c’è una torre campanaria cilindrica eretta sulla torre di un antico palazzo baronale, che in passato aveva una ricca copertura a bulbo. Oggi il campanile ha una forma ottagonale. L’ingresso alla Chiesa è possibile, tramite tre portali: quello centrale, che introduce alla navata principale, presenta una ricca decorazione scultorea raffigurante in basso l’immagine di San Martino e la scritta che individua l’anno di costruzione. Gli altri due portali, sormontati da due finestre ovali, introducono alle navate secondarie. Il coro, in legno scuro intagliato, è impreziosito nell’abside da cinque dipinti del 1774 del pittore molisano Paolo Gamba, che rappresentano l’Immacolata Concezione e ai lati i quattro Evangelisti.

Castropignano (CB)

Cappella di San Giacomo

A Castropignano si può visitare la piccola Cappella rurale di San Giacomo, protettore dei pellegrini, situata in prossimità del fiume Biferno, sul Tratturo Castel di Sangro-Lucera.
Poco prima di raggiungere la SS 647 Fondo Valle Biferno, costeggiamo la Chiesetta tratturale di San Giacomo.
Sopra la porta d’ingresso una curiosità: un piccolo rilievo raffigura due pastori inginocchiati accanto alla Croce con un rosario in mano.

Cappella di Santa Lucia

A Castropignano si può visitare la piccola Cappella di Santa Lucia, appartenente alla Parrocchia del S.S. Salvatore, risalente al XVIII secolo, situata sul Tratturo Castel di Sangro-Lucera, interessante il Crocefisso in pietra sul portale ed il cornicione della finestra.

Santuario di Santa Maria delle Grazie

Il Santuario Santa Maria delle Grazie si trova vicino al Tratturo della Zittone che unisce Lucera a Castel di Sangro. All’interno si trova la Statua della Vergine con in braccio il Bambino nudo.
L’opera risale al ‘500 ed è arricchita con decorazioni in oro, nel 1985 la statua subì lavori di restauro. Il Santuario venne eretto per volontà del Barone Vincenzo d’Evoli nel secolo XVI. Successivamente alla sua costruzione la Chiesa venne ben presto ampliata e arricchita con altri particolari architettonici.
In seguito a un terremoto il Santuario cadde in disuso verso la fine del XVII secolo. Dopo i restauri che terminarono nel 1700 il Santuario passò nelle mani dei Francescano che vi rimasero fino al 1811. All’interno la Chiesa odierna si presenta a singola navata in stile rinascimentale, decorati da stucchi sono la volta e il presbiterio.
Vicino alla Chiesa il Barone fece costruire un Convento. La copertura, dopo successivi interventi, mutò i suoi connotati per passare da volta a piatta e poi ripartita in tre riquadri. In seguito ai bombardamenti il soffitto andò distrutto e venne ricostruito nel 1953.
Gli affreschi che troviamo all’interno del Santuario sono opera di Vincenzo D’Evoli, pittore napoletano. A questa attribuzione alcuni si oppongono affermando che gli affreschi odierni furono realizzato verso il 1675, ovvero dopo che il terremoto distrusse le opere del Criscuolo.

Chiauci (IS)

Eremo di Sant'Onofrio

Testimonianze dell’esistenza del cosiddetto Eremo di Sant’Onofrio, situato sul Tratturo Castel di Sangro-Lucera risalgono al Settecento, grazie a Don Matteo de’ Cepollino che cita la presenza di una piccola “Chiesa extra moenia detta di Sant’Onofrio”, con un solo altare, “al di là del fiume Trigno”, proprio lì dove vi sono anche i territori di una Abbazia Benedettina.
Il Bosco di Sant’Onofrio fu probabilmente uno dei numerosi luoghi di eremitaggio legati al culto di Sant’Onofrio e fioriti nella cosiddetta Terra delle Chiavi (nel sud Italia), scelto dai monaci eremiti Benedettini che, dopo la vita monastica comunitaria, si ritiravano in solitudine come ultima tappa del loro percorso spirituale, con il consenso dei superiori; una tradizione di contemplazione ripresa dai monaci orientali, che avevano reso sacro quel luogo.
Sant’Onofrio era un monaco eremita vissuto nel IV secolo d.C., che secondo l’iconografia ufficiale vestiva solo dei suoi peli. Da secoli, secondo la tradizione, l’11 giugno la Statua del Santo viene portata in processione dal borgo all’Eremo, dove vi rimane fino al 16 agosto, quando viene traslata nella Chiesa Madre di S. Giovanni Evangelista. Dall’11 giugno al 16 agosto, ogni domenica, viene celebrata la Santa Messa nella Cappella del Santo.

Civitanova del Sannio (IS)

Chiesa di San Rocco

Questa Chiesa, situata sul Tratturo Castel di Sangro-Lucera, fu edificata nel 1656 in onore del Santo come ringraziamento per lo scampato pericolo della grande peste.
Al suo interno è custodita non solo la Statua di San Rocco opera del Di Zinno ma anche e un’acquasantiera in pietra scolpita.
Fatti pochi passi dalla Croce del Quattrocento di fuori porta, sotto un grande arco, oltrepassata la Piazza intestata allo scienziato e accademico d’Italia Prof. Giuseppe Pianese, una lunetta con due angeli in adorazione davanti ad un ostentorio, dipinta nel 1929 sopra il portale dal pittore civitanovese Antonio Ciolfi (1898-1978), indica la presenza di una Cappella dedicata a San Rocco.
La Chiesetta fu eretta con obolo popolare nel 1656 per lo scampato pericolo della pestilenza che in quell’anno fece tante vittime in tutta Europa. Infatti San Rocco, nato a Montpellier nel secolo XIV, è passato alla storia per aver operato guarigioni miracolose durante le pestilenze che, nell’antichità, seminavano la morte in ogni parte del mondo. Il suo culto si diffuse in maniera straordinaria in alcuni paesi europei dalla metà del secolo XV e poi in Italia, soprattutto nel Veneto. In seguito il culto si diffuse nell’Italia Centrale e Meridionale, mentre le sue funzioni di Santo ausiliatore si allargavano, sicché egli veniva invocato anche contro le catastrofi naturali, le malattie del bestiame; infine, contro il colera. Questo Santo è così popolare in Italia che ventotto comuni e trentasei frazioni ne portano il nome.
La Cappella di San Rocco il 31 di agosto del 1973 fu riaperta al culto dopo la ricostruzione completa del tetto e il rinnovo dell’arredo, realizzati grazie all’intervento del prof. Francesco Pianese che fece eseguire, a proprie spese, i lavori per onorare con un’opera duratura e di devozione la memoria dei suoi illustri genitori. Un altro intervento effettuato nel maggio del 1994 è servito ad isolare l’umidità prodotta dal cattivo stato di conservazione delle travi del tetto e dei coppi; nel corso dei lavori è stato restaurato il portale in pietra, coperto in passato con vernice ad olio e sono state ripulite tutte le pareti interne ed esterne. Infine il 31 agosto del 1997, nel corso di una memorabile cerimonia religiosa e alla presenza del Vescovo di Trivento Mons. Santucci, del Parroco Don Antonio Battista e del Sindaco Sergio Palazzo, il concittadino Nicola Caldarone, che risiede a Cortona, in Toscana dal 1972, ha donato alla Cappella di San Rocco 14 tele a olio della grandezza di 50x60cm, quante sono le Stazioni della Via Crucis, da lui realizzate attualizzando la realtà del doloroso cammino di Cristo con scene ambientate nel paesaggio di Civitanova e con personaggi della realtà locale.

Chiesa di San Silvestro

Al centro dell’antico abitato e nella parte più elevata sorge la Chiesa di San Silvestro Papa, situata sul Tratturo Castel di Sangro-Lucera. Più volte restaurata si sviluppa a tre navate; la centrale è coperta da un pregevole soffitto a cassettoni del 1668, di Alessandro De Mascio, recentemente restaurato e riportato alla sua originale bellezza e splendore da un intervento della Soprintendenza delle Belle Arti della Regione Molise. La Chiesa conserva dipinti dei pittori locali: Giovanni Fiorante (sec. XVIII) e Pasquale De Curtis (sec. XIX-XX), gli affreschi di Vincenzo Colecchia (1911) e una pregevole scultura della senese Amalia Duprè.
Da segnalare inoltre i resti del cosiddetto “Monastero di San Benedetto di Bagnolo” o “Santa Brigida”, che richiama il Conte Berardo d’Isernia e sua moglie Gemma che lo ingrandiscono nell’XI secolo. Viene distrutto dal terremoto del dicembre 1456 ad eccezione della torre. I resti sono visibili in prossimità del fiume Trigno, dove un sentiero alberato conduce, salendo, in località Santa Brigida.
È possibile ammirare per lo più i resti della sola torre campanaria. “De Jumento Albo” (Del Cavallo Bianco) era il nome della strada che passava vicino il Monastero e dal 1184 è l’unico appellativo per riconoscere la Badia di San Benedetto dalle altre omonime.

Duronia (CB)

Chiesa di San Nicola di Bari

Coeva all’abitato, ma non oltre l’anno Mille, situata sul Tratturo Castel di Sangro-Lucera, soggetta a numerosi restauri, tra cui importanti quelli del 1731 e del 1854. Un incendio la danneggiò gravemente nel 1880. L’edificio è a una sola navata; all’interno una bella Statua della Immacolata Concezione di autore ignoto.

Pescolanciano (IS)

Chiesa del Santissimo Salvatore

Pescolanciano appartiene alla Diocesi di Trivento e comprende una sola Parrocchia 
intitolata al SS. Salvatore e i Patroni del Comune una volta erano S. Sebastiano Martire e S. Basilio Magno e S. Carlo Borromeo, che si festeggiano rispettivamente il 14 giugno e il 4 novembre, oggi la Patrona è S. Anna che si festeggia il 26 luglio.
La Chiesa del SS. Salvatore, di antichissima fondazione, situata sul Tratturo Castel di Sangro-Lucera, ha subito diversi restauri nel corso dei secoli, consta di una sola nave lunga m 36, larga m 9 e alta m 12; bello il campanile con cuspide. Interessanti le colonne che sorreggono il pergamo, si ammirano affreschi.
Del primitivo oratorio normanno non resta più nulle.
Attualmente è a pianta rettangolare con una semplice navata, m 36×9, altezza m 12.
Il portale centrale è quattrocentesco trabeato, invece, quello secondario del ’700 si trova sul fianco destro, con scala e ballatoio.
La Chiesa è preceduta da uno stretto sagrato, sul cui muro di cinta è incassato un leone rampante.
Il campanile, suddiviso in quattro sezioni, è sormontato da cuspide piramidale.
La Chiesa, appollaiata al Castello, era un oratorio baronale, che col crescere della popolazione divenne paroicia (= vicinato).
Era di piccole proporzioni, come conferma lo stemma sul portale del 1400 dei Carafa Spina.
Fu ampliata nel 1696 dal Duca Giuseppe d’Alessandro, prolungata ad uguale altezza del cortile retrostante e il terrapieno fu adibito a sepolture.
Nel 1832 l’Arciprete Don Luigi Salvadori provvide ad un sostanzioso restauro.
Residuano due colonne quattrocentesche del pulpito ligneo, che andò distrutto per la caduta della volta della Chiesa.

Rionero Sannitico (IS)

Chiesa di San Lorenzo

Edificata dopo la metà del XX secolo, in stile moderno, in onore del Santo titolare, situata sul Tratturo Castel di Sangro-Lucera.
Fu costruita nel 2003. Si trova a Montalto, in un’area che fin da epoca pagana ebbe rilevanza cultuale, come provano i ritrovamenti di fittili votivi del III secolo a.C., avvenuti durante gli scavi per la realizzazione dell’acquedotto intorno al 1960. Nell’occasione si rinvenne anche un’iscrizione latina, subito dispersa, col nome di San Lorenzo, per cui si scelse a Patrono della comunità montaltina il glorioso Martire, in onore del quale dal 1974 si celebra annualmente la festa del 10 agosto. L’antichissimo culto del Santo è testimoniato inoltre dal nome “San Lorenzo” della vicina fontana, risultante dalle carte tratturali, come quella del 1652, contenuta nell’atlante della Reintegra del Capecelatro.

Ripamolisani (CB)

Santuario di Santa Maria della Neve

Appartenente alla Parrocchia di Santa Maria Assunta in Cielo, situata sul Tratturo Castel di Sangro-Lucera, anticamente la Chiesetta delle Quercigliole apparteneva all’Ordine di Malta. L’epoca della sua fondazione non è certa, la costruzione viene accertata già nel 1651, comparendo in una planimetria dell’Atlante Capecelatro.
A un paio di chilometri dal paese, in contrada Quercigliole, presso il Tratturo, si venera la Madonna della Neve. Qui si festeggia nei giorni 12-15 agosto e si tiene il famoso Palio dell’Assunta noto anche come delle Quercigliole.

Convento di San Pietro Celestino

Il Convento, ubicato all’ingresso del paese, sul Tratturo Castel di Sangro-Lucera, anticamente era denominato Convento di Santa Maria degli Angioini.
A partire dal 1282, prese il nome di Convento di San Pietro Celestino V, in onore del Santo che soggiornò in questa struttura.
Le notizie sulle origini della struttura sono scarse; le prime fonti risalgono al X secolo, quando il Convento era un’Abbazia Benedettina intitolata alla SS. Annunziata.
Nel corso dei secoli, subì dei restauri che ne modificarono la struttura originaria. Il primo intervento ci fu nel 1532, in conseguenza di un terremoto.
Il Convento fu donato dai PP. Celestini ai Minori Osservanti e successivamente da questi fu ceduto ai Minori Riformati che cancellarono molte notizie del passato.
La struttura presenta una base quadrata, caratterizzata da un piano terra e un primo piano.
Il Convento è dotato di due entrate: una nella zona ovest diretta verso il cimitero e l’altra ad est orientata verso il giardino.
Il portale centrale risale al XIII secolo e presenta degli elementi interessanti sia dal punto di vista architettonico che da quello artistico.
L’arco a sesto acuto è formato da una decorazione con foglie d’acanto scolpite di stile gotico.
Su un lato della struttura emerge un piccolo leone litico che crea un angolo con il campanile della Chiesa Parrocchiale.
Al piano terra è presente il chiostro francescano, risalente alla fine del ‘500, delimitato da: parlatoi, una sala convegni, una biblioteca, un refettorio e una cucina.
Al piano superiore invece vi sono le stanze da letto dei padri.
Il basamento della facciata e il portale, presentano elementi di stile romanico-abruzzese.
L’altare della Chiesa è circondato da un coro in legno intagliato al di sopra del quale troviamo il drappello della SS. Annunziata.
La Chiesa serba anche due reliquiari, le cui ante presentano degli intagli raffiguranti i Dodici Apostoli a mezzo busto su un fondo scuro.

Campobasso

Località Santo Stefano

Chiesa di Santa Maria di Loreto

L’attuale Chiesa di Santa Maria di Loreto, sita nella frazione Santo Stefano, sul Tratturo Castel di Sangro-Lucera, fu costruita nel 1890. Andava a sostituire la precedente, costruita nel XVIII secolo e distrutta a seguito della frana del 1902. In essa sono contenuti un quadro di autore ignoto raffigurante la Vergine Addolorata e le Statue della Madonna Addolorata, di S. Stefano e di S. Lucia più un Crocifisso del XV secolo. Sul lato destro della facciata esterna vi è posta la lapide dei caduti del primo e secondo conflitto mondiale.
La Chiesa era edificata sul grande masso detto la Morgia dove ancora sono resti di mura. La Chiesa attuale è stata costruita poco più su, su un terreno piano ed è ad una sola navata ed è stata realizzata nel 1890, è lunga 34 m, larga 11 m, alta 4 m. Fu completata nel 1922 e realizzata anche con parte del materiale proveniente dalla vecchia Chiesa. La Chiesa fu completata in tutte le sue parti solo nel 1948. Essa è Chiesa Parrocchiale intitolata a S. Maria di Loreto, però il Protettore è S. Stefano Protomartire, di cui all’interno è effigiato nella Statua in gesso di antica datazione e restaurata nel 1921. Antica è anche la Statua della Madonna di Loreto ed anche il bellissimo tronetto su cui è collocata la Statua.
Vi si conserva anche il dipinto di autore ignoto raffigurante La Vergine Addolorata a cui una donna in ginocchio rivolge la preghiera.
Sul portone di ingresso la scritta: Chiesa Parrocchiale S. Maria di Loreto.
A destra della facciata una lapide ricorda i caduti di S. Stefano nelle due guerre mondiali.
A lato destro vi sono collocate le Statue dell’Addolorata, S. Stefano e S. Lucia; mentre a sinistra quelle del S. Cuore, S. Antonio e S. Michele. Vi è anche un Crocifisso del 1400.
Nell’ambito della stessa frazione vi sono due Cappelle una nel vecchio cimitero con una Statua antica di S. Michele Arcangelo e un’altra in contrada Caruso, lungo la strada comunale.
In questa è anche una lapide, e sul Colle S. Pietro una Croce, che ricordano il Conte Verde, Amedeo VI di Savoia, che proprio qui fu raggiunto dalla morte.

Montagano (CB)

Abbazia di Santa Maria di Faifoli

L’Abbazia di Santa Maria di Faifoli si trova a Montagano, in provincia di Campobasso, a 5 km in linea d’aria dal Tratturo Castel di Sangro-Lucera.
Nell’area del centro Sannitico di Fagifulae, divenuto successivamente Municipio Romano, nacque in epoca medioevale una comunità Benedettina dalla quale si sviluppò l’Abbazia di Santa Maria di Faifula.
Le prime fonti storiche sull’Abbazia risalgono al 1134. Nel 1230 l’Abbazia accolse per la prima volta Pietro Angelerio, futuro papa Celestino V, che tornò successivamente a Faifoli nel 1276 come Abate, chiamato dall’Arcivescovo di Benevento Capoferro per risolvere il contenzioso con Simone Santangelo, feudatario di Montagano. Carlo I d’Angiò con una lettera del 27 settembre 1278 chiese al giustiziere di Terra di Lavoro di fermare i soprusi del feudatario di Montagano, ma vista l’inefficacia del richiamo, l’Abate trasferì i monaci al Monastero di San Giovanni in Piano, presso Apricena.
Da allora iniziò una fase di progressiva decadenza. L’Abbazia rimase Benedettina fino al 1808, alla soppressione dell’Ordine da parte dei francesi. Gli ultimi monaci proprietari dell’Abbazia furono della congregazione dei Celestini di Benevento, ai quali subentrarono dei privati fino alla cessione della Chiesa al Comune di Montagano il 28 febbraio 1998.
Dell’Abbazia rimane la Chiesa, caratterizzata da una facciata a capanna con il portale gotico con archi a sesto acuto, sopra il quale si trova dapprima una piccola nicchia e poi un finestrone semicircolare. Un’iscrizione incisa sul capitello di sinistra fa risalire il portale al 1263.
L’interno è a tre navate, con la centrale di larghezza doppia rispetto alle laterali. Sui sei pilastri quadrati che suddividono le navate e sui quali si poggiano degli archi a tutto sesto, si trovano due lapidi che ricordano i lavori di restauro commissionati dal Cardinale Orsini.
La Chiesa conserva una Statua lignea della Madonna, detta dell’Incoronata, con la Vergine seduta su un tronco d’albero al posto dell’usuale trono. Altra opera di rilievo è un quadro del 1705 della Vergine con il Bambino in braccio.